Si scrive dumping, si legge concorrenza sleale e scelte al ribasso sul fronte delle misure di sicurezza sul lavoro. E' la situazione che in questo momento, almeno per quanto riguarda l'edilizia, riguarda almeno 1150 imprese (e 3300 lavoratori) a Torino e provincia.
A lanciare l'allarme sono i rappresentanti di Filca Cisl Torino-Canavese, che stimano oltre ai 9.649 lavoratori regolarmente iscritti in Cassa Edile nel periodo 2018-2019, almeno 3.300 persone che operano nel settore edile con contratti diversi. Addetti ai quali, al posto del contratto dell’edilizia, viene applicato il contratto metalmeccanico, dei florovivaisti e del settore multiservizi e sempre più spesso si verifica il ricorso a false partite Iva.
A fronte di una media di 2.731 imprese registrate in Cassa Edile (2018-2019) sarebbero dunque 1.150 le imprese che lavorano nel campo edile senza applicare il contratto adeguato. E questo vuol dire, spiegano dal sindacato, meno garanzie sul salario, nessun servizio erogato da Cassa Edile, né formazione.
“Le imprese che non applicano il contratto edile ma lavorano in tale settore – spiega il segretario generale della Filca Cisl Torino-Canavese, Gerri Castelli – provocano una distorsione del mercato del lavoro e un danno enorme a quelle imprese sane che invece rispettano i contratti e che si attengono alle norme. Sempre più spesso in un ‘cantiere tipo’ una parte considerevole di aziende e lavoratori non rispettano le regole del settore, danneggiando l’intero comparto”.