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Economia e lavoro | 04 settembre 2021, 10:27

Emergenza morti sul lavoro, il Piemonte è in "zona arancione" e Torino conta ben 22 decessi

Siamo la terza provincia in Italia per tragedie durante le attività professionali. La stessa posizione occupata come Regione

mani di un lavoratore all'opera

Torino e il Piemonte occupano posizioni non confortanti nella classifica delle morti sul lavoro

Cinquantadue persone che hanno perso la vita mentre stavano lavorando, in Piemonte, dall'inizio dell'anno. È un numero che mette i brividi, quello diffuso dall'osservatorio Vega Engineering, che fornisce la mappa delle regioni in cui il rischio è più alto. 

Una regione da "zona arancione"

E in una colorazione che va dal bianco al rosso (per una volta colori slegati dalla presenza o meno del Covid), la nostra regione risulta in area "arancione". Non tra i peggiori, ma comunque nella parte sbagliata dalla classifica che vede nelle zone maggiormente "pericolose" Puglia, Campania, Trentino Alto Adige, Basilicata, Umbria, Molise e Abruzzo. Insieme al Piemonte, sul gradino immediatamente successivo, ci sono Marche e Friuli Venezia Giulia. Le regioni meno a rischio sono Lombardia, Toscana e Sardegna, in un panorama che a livello nazionale conta 139 vittime solo nel mese di luglio e 677 da gennaio: una media di circa 100 morti ogni mese.

A livello puramente numerico, però, il Piemonte si ritrova addirittura al terzo posto tra le regioni con più casi: dopo i 63 episodi registrati in Campania ci sono infatti i 61 della Lombardia e i 52 proprio della nostra regione.

Torino ha pianto 22 morti, peggio solo di Roma e Napoli

Solo nel mese di luglio, a Torino e provincia si sono registrate 22 persone morte sul lavoro su un totale di poco più di 906mila occupati. Si tratta, anche in questo caso, di uno scomodo terzo posto in una graduatoria che vede più casi soltanto nelle province di Roma (34 persone decedute) e Napoli (27).

Il decremento del numero dei decessi rispetto allo scorso anno (-5,4%) potrebbe sembrare un dato positivo, ma in realtà è molto influenzato dall’andamento della pandemia Covid19 e dal rilevamento statistico degli infortuni mortali per Covid19 - commenta Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio -. Il numero di 677 morti sul lavoro nei primi sette mesi è comunque superiore ai dati del 2019 e del 2018, ultimi anni pre-pandemia”.

Il settore delle Costruzioni è quello che conta il maggior numero di lavoratori deceduti su scala nazionale, la fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 45 e i 64 anni (387 su un totale di 543). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nei primi sette mesi del 2021 sono 50 su 543.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a luglio del 2021 sono 75.

Il lunedì continua ad essere il giorno in cui si è verificato il maggior numero di infortuni nei primi sette mesi dell’anno.

Massimiliano Sciullo

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