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Politica | 19 gennaio 2023, 10:24

Cento euro di bonus in Pronto soccorso, la rabbia degli infermieri: "Soldi ai medici, mentre noi rimaniamo con un pugno di mosche"

La protesta di Nursing Up, De Palma: "Inspiegabile la decisione della Regione di dare incentivi solo una parte del personale"

infermieri in corridoio

Polemica di Nursing Up dopo la decisione di incentivare solo i medici di pronto soccorso

Erano stati accolti con approvazione, gli incentivi fino a cento euro che la Regione Piemonte ha stabilito per i medici che prestano servizio in pronto soccorso. Ma non tutti la vedono con lo stesso occhio accondiscendente. E gli infermieri? Se lo chiede Nursing Up, con il proprio presidente nazionale Antonio De Palma.

"Troviamo inspiegabile la decisione della giunta regionale piemontese di approvare incentivi che vanno dai 40 ai 100 euro l’ora per il solo personale medico di  pronto soccorso, lasciando con un pugno di mosche nelle mani, ancora una volta, i nostri infermieri". Una scelta simile a quella già verificata in Veneto. "Non vorremmo che altre regioni, che vivono le medesime delicate situazioni, adottassero provvedimenti simili, profondamente sperequativi per gli infermieri".

La sigla sindacale parla addirittura di "rabbia e disappunto degli infermieri piemontesi, alle prese con l'ennesimo paradosso messo in atto dalle nostre Regioni". E aggiunge, a tutela degli infermieri, che sono loro che, "con la loro autonomia, con le loro competenze, non possono essere esclusi da un provvedimento chiave e continuare ad essere vittime di una disparità di trattamento retributivo che, con la professione medica, ha raggiunto margini che non sono più tollerabili".

Nel mirino ci finisce l'assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, che ha osservato che “i medici urgentisti svolgono un lavoro particolarmente stressante e non di rado si trovano a ricoprire anche un ruolo di servizio sociale, visto l’alto numero di codici verdi e di accessi impropri al Pronto soccorso”.  "Vorremmo ricordare all’assessore Icardi che ci sono infermieri che, allo stesso modo, nei pronto soccorsi italiani, si ritrovano, in aree triage, spesso anche da soli, a sostenere il peso di decine di pazienti, alle prese anche con carenze strutturali e assenze di posti letto (ne servirebbero 180 in più in tutti gli ospedali cittadini) che finiscono con il causare disservizi, come quello delle barelle del Molinette, su cui, ci dicono i nostri referenti, i pazienti in attesa di ricovero sono costretti a stazionare anche per due o tre giorni. E sappiamo bene che queste lacune sfociano in rabbia che trasforma gli infermieri in pericolosi capri espiatori". 

Massimiliano Sciullo

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