Prosegue la corsa delle esportazioni piemontesi anche con la fine del 2022. Lo confermano i dati dell'Istat, elaborati da Unioncamere Piemonte, che mostrano come la regione abbia fatto registrare un'ulteriore crescita del 18,5%. Un andamento leggermente inferiore a quello nazionale (+20%), ma che conferma uno stato di salute invidiabile nonostante le difficoltà internazionali legate all'andamento dei prezzi e alla guerra in Ucraina.
59 miliardi di merce venduta oltre confine
Il valore complessivo della merce venduta oltre confine dal Piemonte (che si conferma la quarta regione esportatrice in Italia) è di 59 miliardi di euro. E la seconda metà dell'anno ha regalato un'accelerazione rispetto alla prima metà, con un "doppio" +19% (abbondante, negli ultimi mesi).
Sul fronte delle importazioni, il 2022 ha registrato un’espansione del 29,4% rispetto all’anno precedente: il valore dell’import piemontese di merci è salito a 45,8 miliardi di euro.
"Il Piemonte chiude il 2022 mettendo a segno un buon +18,5%: segno della maturità del nostro tessuto imprenditoriale e della capacità di intercettare la domanda internazionale, soprattutto nei settori dei trasporti, della chimica e del tessile. È indubbio che il Piemonte ha tutti gli strumenti e le competenze necessarie per affrontare le sfide mondiali e per far conoscere, oltre i nostri confini, la qualità e l'eccellenza dei propri prodotti e servizi. Le istituzioni devono, però, affiancare il lavoro quotidiano delle aziende con politiche il più possibile strategiche e di visione, con una forte attenzione ai temi della digitalizzazione e dell'innovazione dei processi: solo così potremo rafforzare la competitività dei nostri territori, soprattutto in un momento storico così difficile per l'economia mondiale, stretta tra la crisi energetica e guerra in Ucraina", commenta Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte.
Solo la Lombardia ha fatto meglio tra le "grandi"
Tra le principali regioni esportatrici nel 2022 solo la Lombardia ha fatto meglio di noi (+19,1%) e tra gli alfieri del prodotto piemontese spiccano senza dubbio i mezzi di trasporto (cresciuti del 36,1% rispetto al 2021), grazie soprattutto ad automobili (+68,7%) e prodotti dell’aerospazio (+48%). Al secondo posto il comparto meccanico (+11,3%) quindi l’alimentare (+13%). Vivace pure la chimica (+28%) e i metalli (+15,8%). Acelera pure il tessile (+24,5%). Soffre la gomma plastica, che non va oltre il +1,1%.
Tra i mercati di destinazione, la spinta arriva soprattutto da un cliente "abituale" come la Germania (+23,1%), ma è andata bene anche negli scambi con la Francia (+19,2%). Le vendite verso la Spagna hanno segnato un aumento del 18,7%. Fuori dalla zona Ue bene il mercato statunitense (+18,3%), quello britannico (+11,3%) e quello svizzero (+19,8%). Intensa anche la crescita verso la Turchia (+41,3%), meno elevata rispetto alla media quella cinese (+7,2%).
Continuano nella loro inevitabile flessione il mercato russo (-36,7%) e quello ucraino (-36,4%).
Torino fa da locomotiva
A livello provinciale il 44,8% dell’export regionale è generato dalle imprese di Torino, seguono quelle cuneesi con il 16,6%, le aziende di Alessandria e Novara con rispettivamente il 11,5% e il 10,8%. Un peso inferiore ai 10 punti percentuali appartiene alle altre realtà provinciali. In termini di dinamica sul 2021 le crescite maggiori contraddistinguono Torino (+27,5%) e Biella (+24,1%), quelle meno intense Cuneo (+7,1%) e Asti (+7,9%).