Ci sono questioni che sembrano, ed effettivamente sono, molto tecniche e del tutto interne a certe dinamiche o dialettiche appartenenti a specifici settori professionali. E' il caso che sta tenendo banco negli ultimi giorni, quello sugli "algoritmi clinico assistenziali infermieristici nel sistema dell'emergenza territoriale".
Una serie di parole, a partire da algoritmo, che scoraggiano la lettura e, ancor più, la comprensione.
Ma la questione, sì tecnica e di settore, ha però conseguenze che riguardano da vicino la collettività. Si parla di sanità, infatti.
Ma chi interviene sulle ambulanze? Il medico o l'infermiere? Dipende dall'intervento. Ci sono le ambulanze base e quelle medicalizzate. Su queste ultime, proprio per la gravità dello scenario di intervento, nell'equipaggio ci sono sempre almeno due soccorritori, di cui un autista e un medico provenienti dall'ASL di competenza.
Ma, problema annoso di cui non è ancora chiara a tutti la portata, mancano i medici addestrati agli scenari di emergenza e urgenza. Nessuno vuole più fare il medico di 118. E allora? E allora ci sono gli infermieri, altrettanto formati per questi scenari e con la possibilità, già in molte regioni d'Italia, di poter agire facendo le veci del medico e seguendo, appunto, degli algoritmi, che altro non sono che istruzioni precise e azioni da mettere in atto in base al tipo di situazione.
Tutto a posto? Così sembrava. Si sarebbe dovuti partire il 1° ottobre in tutto il Piemonte. Ma gli Ordini dei Medici di tutta la regione si sono messi di traverso. L'assessore, che si è insediato solo a giugno, ha deciso quindi di prendere tempo e ridiscutere la questione. Nel frattempo, però, gli infermieri si sono offesi, recependo il dietrofront della Regione e l'opposizioen dei medici come un non riconoscimento delle proprie competenze, frutto di anni di studio.
Ieri la dura nota dell'Ordine delle professioni infermieristiche, oggi l'altrettanto duro intervento del sindacato Nursing Up, che riportiamo integralmente.
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"Se gli infermieri sono illegali e i medici mancano, chi facciamo salire sulle ambulanze?".
Il sindacato degli infermieri Nursing Up Piemonte risponde con una domanda provocatoria alla scelta dell’assessorato alla Sanità della Regione Piemonte di sospendere l’attuazione degli Algoritmi Clinico Assistenziali Infermieristici nel Sistema dell’Emergenza Territoriale a seguito delle contestazioni del comparto medico e il sopraggiungere di una denuncia.
Azienda Zero meno di un mese fa aveva annunciato l’attuazione degli ACAI per fronteggiare, come sta già accadendo in altre regioni di Italia, il complesso scenario sanitario con sempre meno personale sanitario.
Claudio Delli Carri, segretario di Nursing Up Piemonte, ha dichiarato: "Abbiamo in Italia un 118 che viaggia a 21 velocità diverse, e la Regione Piemonte mette la retromarcia".
Sono diverse infatti le Regioni come Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige e Veneto, dove gli algoritmi clinici sono stati integrati nei protocolli di emergenza da mesi, se non da anni, senza alcuna opposizione.
"La decisione presa in Piemonte solleva dunque una questione cruciale: - continua Delli Carri - se l'attivazione degli algoritmi in questa regione è stata considerata illegittima, perché il Ministero della Salute non ha sospeso tali pratiche anche nelle altre regioni?".
Nursing Up pone l'accento su un altro tema di fondamentale importanza: la somministrazione di farmaci da parte degli infermieri durante le emergenze. In situazioni critiche gli infermieri intervengono in stretto coordinamento con i medici, spesso facendo la differenza tra la vita e la morte. "Tuttavia, se questa pratica venisse dichiarata illegale, si aprirebbe un paradosso pericoloso: la presenza stessa degli infermieri sulle ambulanze potrebbe essere messa in discussione. Con una cronica mancanza di medici, chi interverrebbe allora nelle emergenze?"
Un fatto che innescherebbe un blocco del servizio stesso del 118: "Sarebbe un'assurdità amministrativa che non possiamo permetterci. Come Nursing Up chiediamo quindi una risposta chiara e tempestiva da parte delle istituzioni per garantire la sicurezza e l'efficienza del sistema sanitario - conclude Delli Carri - Chiediamo a questo punto che si avvii l’iter per rendere il provvedimento un Dgr portando avanti una discussione con tutti i referenti del Tavolo delle professioni sanitarie e chiedendo alle autorità competenti di affrontare e risolvere queste contraddizioni normative. La salute dei cittadini italiani non può essere messa a rischio da decisioni ambigue o non coordinate".
NUOVO INTERVENTO DELL'ASSESSORE ALLA SANITA' DELLA REGIONE
Nel frattempo, l'assessore Federico Riboldi ha diramato una nuova nota con alcune precisazioni su quanto accaduto e sui prossimi passi che verranno adottati dalla Regione, coinvolgendo sia l'Ordine dei Medici che l'Ordine delle professioni infermieristiche
"Con il mio intervento non intendo in alcun modo criticare il mio predecessore Icardi, oggi presidente della Commissione Sanità e quindi uno stretto collaboratore. La richiesta di sospensiva, a seguito della dura presa di posizione da parte della Federazione Regionale degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri del Piemonte che lamentano scarso coinvolgimento e due esposti alla Procura, è proprio figlia della volontà di non ingenerare polemiche su provvedimenti di riforma che sono necessari.
Un percorso volto a tutelare anche la categoria degli infermieri, ai quali va la nostra stima e il nostro grazie per l’ennesima dimostrazione di disponibilità. Ribadisco in questa occasione che è nostra intenzione per gli infermieri, e in generale per tutte le professioni sanitarie, valorizzare e usufruire al meglio della loro grande professionalità. E proprio per sgomberare il campo da ogni polemica, ho preso immediato contatto con i rappresentanti delle categorie coinvolte per evitare che l’obiettivo comune di migliorare il servizio pubblico di emergenza diventi una lotta tra di loro e tra partiti, una prospettiva che che non deve assolutamente verificarsi.
Come già spiegato, le consultazioni partiranno a strettissimo giro, affinché di fronte ai meccanismi di riforma tutti siano coinvolti; perché, lo ribadisco ancora una volta, solo con l’apporto e il supporto di tutti potremo dare un servizio migliore ai cittadini piemontesi.