Sono salvi gli oltre mille pozzi per uso agricolo del Piemonte realizzati prima del 1996. Un emendamento alla legge 22 del 1996, proposto dal consigliere di Fratelli d’ItaIia Claudio Sacchetto e scritto assieme all’assessore all’Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport e Post-olimpico, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni, li mette definitivamente al riparo dall’obbligo di mantenere separati i prelievi da falda di superficie da quelli da falda profonda, stabilito da quella norma.
Soddisfazione per la svolta dall’assessore Bongioanni: «Quella legge fu pensata ormai trent’anni fa nel contesto dell’epoca e soprattutto per i pozzi a uso industriale e civile, che vengono sfruttati 365 giorni l’anno, mentre quelli per uso irriguo agricolo vengono utilizzati al massimo per un paio di mesi. In tutti questi anni si è andati avanti a proroghe, l’ultima delle quali è scaduta a fine 2024. L’obbligo di ricondizionamento espone tante aziende, anche a conduzione familiare, a spese dell’ordine di decine di migliaia di euro. Per questo abbiamo recepito le richieste venute dal mondo agricolo e posto fine a questa situazione, consentendo alle nostre preziose risorse idriche un utilizzo razionale e normato una volta per tutte».
Identico apprezzamento per il risultato dal consigliere FdI Claudio Sacchetto, presidente della Commissione Agricoltura del Consiglio regionale, che ha inserito l’emendamento nel quadro della Legge di riordino approvata dall’Aula giovedì 26 giugno: «Abbiamo corretto, nel totale rispetto delle norme ambientali, una legge superata e inadeguata. I nostri pozzi agricoli funzionano benissimo: come ben sanno i nostri agricoltori, la falda profonda da cui proviene l’acqua potabile è in pressione, l’acqua tende a salire e il rischio di contatto per percolatura dalla falda di superficie è minimo. Questa norma mette fine alle continue proroghe ed entra immediatamente in vigore senza necessità di ulteriori delibere o altri provvedimenti attuativi».