Un’emozione unica. Varcare le soglie del Paradiso Collegno dopo 21 anni. Il calciatore dello Spezia e attaccante della nazionale peruviana Gianluca Lapadula lo ha fatto questa mattina, insieme al papà Gianfranco, alla sorella Anna e alla sua bellissima famiglia, in occasione della donazione alla sua ex squadra giovanile negli anni 2004/2005 e 2005/2006, di un defibrillatore. Con il Collegno Lapadula ha vinto tutto ciò che si poteva vincere in quegli anni.
Accolto sul campo di via Vespucci 1, a Collegno, da oltre 100 tra bambini e ragazzi e tantissimi adulti tra genitori, mister e dirigenti, Lapadula si è emozionato alla scoperta del nuovo defibrillatore, ma soprattutto alla consegna, della sua maglia originale che ha indossato al Paradiso quando aveva 14 anni e che la società ha gelosamente custodito nei magazzini in tutti questi anni.
«Era il momento giusto per restituire ciò che Gianluca ha dato e ha fatto per questa società – ha affermato il presidente del Paradiso Collegno Franco Mesiano – È impossibile non ricordare le sue imprese e le sue giocate che sono state ricordate anche da ex dirigenti del Paradiso. Qui nessuno ha dimenticato Lapadula. Anzi. La sua forte motivazione e il desiderio di lasciare un segno sono qualità che lo hanno contraddistinto non solo qui al Paradiso Collegno, ma in tutta la sua carriera, come dimostra, ancora oggi, il suo forte impegno. Un vero campione. E non solo in campo visto il gesto che ha fatto nei nostri confronti donandoci un defibrillatore. Ringraziamo Gianluca per ciò che ha fatto, il papà Gianfranco e la sorella Anna per la loro disponibilità, collaborazione e solidarietà dimostrataci».
Sul campo del Paradiso è stato un protagonista, oltre vent’anni fa, nella società gestita dall’allora presidente Giuseppe Gibin che ha avuto il merito di portare il Paradiso Collegno nell’élite del calcio regionale e nazionale. Sono gli anni dei grandi giocatori, ma anche dei grandi mister e direttori sportivi: gli allenatori Vincenzo Manzo e Moreno Longo e il responsabile del settore giovanile Sergio Fantino, scopritore e coltivatore speciale di talenti.
Gianluca Lapadula è nato a Torino nel 1990, a pochi passi dallo stadio Filadelfia dove i genitori, papà della provincia di Brindisi e mamma peruviana, avevano un negozio di fiori. È cresciuto con gli idoli del calcio italiano degli anni ’90, per la maggior parte bianconeri, da Alex Del Piero a Zinedine Zidane, vista la sua fede juventina sempre dichiarata. La Juve lo ha preso quando aveva 7-8 anni. Al Paradiso Collegno ha trascorso gli anni dell’adolescenza e della crescita, dai 14 ai 16 anni, con la maglia storica numero 11, a strisce nere e azzurre (i colori del Paradiso) con cui svolgeva già il ruolo di attaccante.
In società, i più “vecchi” che hanno avuto la fortuna di vederlo in azione, ne parlano come “un giocatore molto forte per la sua capacità di segnare e per le sue qualità di attaccante completo, dimostrando determinazione, sacrificio e un’ottima tecnica. Si impegnava costantemente in campo, recuperando palloni e sacrificandosi per la squadra, anche con giocate di sacrificio. Un attaccante prolifico, capace di incidere in zona gol e di risolvere partite difficili”.
«È un’emozione forte stare qui con voi – dice Gianluca Lapadula –. Lo sport è anche socialità, rispetto, coesione. Ho rivisto dirigenti, mister ed ex compagni che non vedevo da anni. Ringrazio la società per avermi invitato e per avermi dato l’occasione di ringraziare con un semplice gesto questa società da cui è partita la mia carriera. Tornare alle origini e sapere di poter contribuire a salvare delle vite, mi inorgoglisce. Questo progetto nasce per offrire opportunità a chi ne ha più bisogno: spazi sicuri dove crescere, imparare il rispetto delle regole e sentirsi parte di una squadra».
In Italia, nel 2024, sono stati stimati circa 60mila arresti cardiaci extraospedalieri. Questa condizione clinica può colpire chiunque e senza preavviso: se il ritmo cardiaco non viene ristabilito velocemente, il rischio di danni cerebrali è altissimo e la morte può sopraggiungere in pochi minuti. L’intervento immediato, utilizzando un defibrillatore (DAE), consente al cuore di riprendere un ritmo regolare, e quindi ristabilire i valori vitali. Casi di decesso improvviso si sono verificati anche tra giovani atleti sui campi di gioco. Ecco perché è importante avere defibrillatori nuovi, saperli usare e fare costantemente manutenzione che garantisce la prontezza e l'efficacia salvavita in caso di arresto cardiaco. Anche se l'arresto cardiaco improvviso nei giovani è meno comune rispetto agli adulti, si verificano comunque circa 1.000 casi tra gli under 35 ogni anno in Italia, spesso senza spiegazioni evidenti o in presenza di patologie cardiache silenti. Avere un defibrillatore a portata di mano è quindi una misura di sicurezza essenziale.
«Insegnare ai giovani le tecniche di RCP e l'uso del DAE in giovane età – dice il presidente della Croce di Collegno Claudio Allemanno – fornisce loro competenze salvavita preziose per il presente e per il futuro, aumentando la consapevolezza sull'importanza della prevenzione e della prontezza di intervento».
Alla cerimonia di consegna del defibrillatore, sabato 15 novembre, alle 10.30, al campo sportivo di via Vespucci 1, a Collegno, moderata dal direttore di Sprint e Sport Claudio Verretto, erano presenti, oltre al calciatore Gianluca Lapadula e al presidente della Polisportiva Paradiso Collegno, Franco Mesiano, anche il vicesindaco di Collegno Antonio Garruto, l’assessore allo sport della città di Collegno Gianluca Treccarichi, i Carabinieri, gli sponsor della società del Paradiso e il presidente della Croce di Collegno Claudio Allemanno, insieme ai volontari e ai sanitari che, ai ragazzi presenti, hanno effettuato una dimostrazione pratica sul funzionamento del defibrillatore. Un gesto particolarmente importante per i giovani atleti che trascorrono molto tempo in luoghi come palestre e campi da gioco. Avere defibrillatori disponibili in questi ambienti e formare studenti e personale al loro utilizzo, crea una rete di sicurezza che può salvare vite.
Il defibrillatore Life-Point PRO AED donato da Lapadula è semi-automatico esterno per soggetti adulti e pediatrici. Facile da utilizzare, leggero, intuitivo e affidabile. Grazie ai due differenti formati degli elettrodi adesivi per defibrillazione è in grado di rispondere tempestivamente al soccorso di adulti/bambini (>8 anni, >25Kg.) e pediatrici (










