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Sanità | 28 maggio 2022, 07:00

Il Covid è cambiato: "Simile all'influenza, ma vanno creati posti letto negli ospedali, perché convivremo col virus" [VIDEO]

A rivelarlo è Giovanni Di Perri, direttore del centro di malattie infettive dell'Amedeo di Savoia, che poi aggiunge: "Vaccino? Si va verso il richiamo annuale, anti varianti"

coronavirus - foto d'archivio

Covid in Piemonte tra vaccini, quarte dosi e contagi in calo: la situazione

Il Covid come un'influenza, con cui convivere e avere a che fare per tanti anni. Dopo due anni e mezzo di pandemia, il Piemonte si interroga su come approcciare il Coronavirus dal punto di vista sanitario.

La nostra, infatti, è una delle regioni con l'incidenza più bassa d'Italia e lo stesso vale per le ospedalizzazioni. Un ottimismo che permette sì di tirare un sospiro di sollievo ma non di abbassare la guardia, come spiegato da Giovanni Di Perri, direttore del centro di malattie infettive dell'Amedeo di Savoia: "Il Covid stesso è entrato in una fase diversa: chi si ammala oggi è più di prima un soggetto anziano, con con patologie importanti e il ruolo del Coronavirus, dopo che per due anni si è parlato di chi muore con Covid o per Covid, è cambiato: oggi si muore più spesso con il Covid e non per Covid".

Cosa accade oggi a chi contrae il virus?

"Va valutata la funzionalità polmonare e la presenza di quelle lesioni tipiche che compromettevano il respiro e generavano un rischio di decesso importante. Ora il virus ha un ruolo simile a quello che l'influenza ha per una piccola parentesi invernale: un'infenzione che si sovrappone a uno stato di compressione con equilibri delicati, soggetti con diabete, ipertensione, insufficienza cardiaca, diabete, disordini cardiovascolari. L'infezione acuta crea uno sbilancio".

Se è quindi vero che, in questa fase, qualitativamente il Covid assomiglia a un'influenza, quantitativamente continuano a essere numerosi i pazienti che lo contraggono.

"Il fenomeno è continuo e non più stagionale, continuerà questo percorso per un po' di tempo. Bisogna quindi organizzarsi in termini di assistenza ospedaliera e prevedere una parte fissa da dedicare a questo surplus di pazienti che due anni e mezzi fa non c'erano".

Capitolo vaccini.

"L'impressione è che si vada verso un richiamo annuale. Dovremmo fare i conti con quelli che saranno i vaccini rinnovati, con strutture diverse, che non faranno riferimento solo alle proteine di superficie, soggette al cambiamento della varianti, ma magari anche contro virus che cambiano di meno e dovrebbero garantire una risposta duratura nel tempo".

Andrea Parisotto

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