Le "manovre" romane del Partito Democratico tagliano fuori dalle elezioni il segretario regionale Paolo Furia. Il numero 1 dei Dem piemontesi era stato indicato come possibile candidato in quattro province. Nella sua Biella, poi a cascata negli altri territori del nord Piemonte, da Novara al Verbano Cusio Ossola e Vercelli. Una plurinomina, che però non è bastata ad assicurargli un posto per il Parlamento.
"Taglio dei parlamentari non ha prodotto miglioramenti nella democrazia"
Nonostante nelle scorse settimane, come testimoniano i numerosi post di Facebook, abbia passato parecchi giorni davanti al Nazareno a perorare la necessità di rappresentanza nella composizione delle liste di esponenti piemontesi. E ovviamente a portare avanti anche la sua "causa".
Ad annunciare la decisione di Roma di tagliarlo fuori è lo stesso Furia, che sui social scrive: "Non sarò candidato nelle liste del PD. Questo principalmente a causa del taglio dei parlamentari, che ha ridotto oggettivamente gli spazi di rappresentanza senza produrre alcun miglioramento nel funzionamento della democrazia".
"Pagato un caro prezzo"
A pesare, oltre a questo, "una fortissima centralizzazione romana di tutte le scelte, con poco margine per il confronto con territori". E Furia non nasconde la sua amarezza, sottolineando come favorendo "operazioni di alleanza e allargamento della lista", talvolta si sia pagato un "caro prezzo".
"No al posto a ogni costo"
"Non era semplice - continua - mettere in campo operazioni di rinnovamento in questa circostanza, anche se qualche bella eccezione c'è e andrà sostenuta con forza". A Roma avevano proposto al Segretario Regionale possibili candidature fuori dal Piemonte 2. Una possibilità respinta da Furia, che spiega: "Non sono mai stato alla ricerca di un posto a ogni costo e non avrei occupato volentieri il collegio di qualche altro territorio per esigenze personali. Sono parte di una squadra, continuerò a esserlo".