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Economia e lavoro | 24 ottobre 2022, 15:47

L'auto cambia, la filiera ci prova. Ma il 74% delle aziende lavora ancora su benzina o diesel

A fronte di numeri positivi della componentistica auto nel 2021, resta molto da fare sul fronte delle nuove motorizzazioni. Anche se qualcosa si muove

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L'auto cambia. Ma il 74% delle aziende lavora ancora su benzina o diesel

L'auto va veloce verso il suo futuro, ma il resto del settore fatica a stargli dietro, nella corsa verso le nuove motorizzazioni alternative. Gli ultimi dati della componentistica auto elaborati da Anfia e Camera di Commercio di Torino mostrano infatti che il 73,8% delle aziende è ancora legato a benzina o diesel, mentre chi lavora su motori elettrici o ibridi rappresenta il 37,6% e solo il 20,6% ha a che fare sulle fuel cells.

C'è chi però ci sta provando 

Questo non vuol dire qualcuno non ci stia provando: nell'ultimo triennio sale al 29,4% (dal 27,1) la fetta di aziende che partecipa a progetti di sviluppo per motori elettrici, mentre negli ibridi si sale dal 26,7 al 30,3. Anche chi è ancora legato ai motori endotermici cerca comunque di limitare le emissioni, con un 25,2% partecipazione (era al 20%).

Si tratta di cifre su scala nazionale, ma in cui il Piemonte la fa da padrone, visto che un terzo esatto del settore si trova in terra sabauda (33,3%). La Lombardia si ferma al 27, mentre Emilia Romagna e Veneto sono ben distanti, con il 10,4 e l'8,8%.

Servono competenze

Per compiere i necessari passi avanti, però, le aziende sanno di aver bisogno di competenze. È salito all'88% il tasso di imprese che hanno personale laureato, anche se il 62% sa di aver bisogno di nuove figure professionali specializzate nei processi produttivi. Il 53% nei sistemi meccatronici e il 47% nella sostenibilità ambientale. 

Sempre meno mamma Fiat? Non qui

In questa dinamica legata al mondo automotive, però, cala invece la dipendenza delle aziende da Stellantis. Ma non nella nostra regione. Se in Italia io 72,9% ha rapporti commerciali con il Lingotto, in Piemonte più di 8 aziende su 10 hanno la ex Fiat in portafoglio clienti e il fatturato legato a questo legame è salito dal 47,4 al 49,6%. In Italia invece la percentuale scende dal 41,7 al 40,7.

Effetto Stellantis, tra timori e opportunità 

Più in generale, il 66% delle aziende della componentistica valuta la nascita di Stellantis in sé come un'opportunità, mentre il 34% lo vive come una problematica. Ciò che spaventa di più è il rischio di spostamento del baricentro decisionale lontano da Torino e dall'Italia e il timore di veder calare i volumi di fornitura, mentre le occasioni riguardano le competenze dell'impresa e la presenza del Gruppo su più mercati.

A seguito della nascita di Stellantis, la componentistica ha messo in campo acquisizioni o fusioni, ma anche operazioni di internazionalizzazione, attività di formazione e progetti di innovazione.

Massimiliano Sciullo

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