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Attualità | 01 maggio 2023, 08:00

Morti sul lavoro, una strage senza fine. Solo la Lombardia conta più vittime del Piemonte

I dati del primo trimestre 2023 evidenziano un pericoloso incremento dei numeri. Gli infortuni mortali soprattutto nella fascia tra i 55 e i 64 anni, ma c'è una pericolosa escalation anche tra i più giovani

foto di archivio

Morti sul lavoro, solo la Lombardia conta più vittime del Piemonte

L’emergenza morti sul lavoro in Italia continua a rappresentare una dolorosa battaglia, specie quando si parla di lavoratori giovanissimi. Infatti, l’incidenza di mortalità di chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni è quasi doppia di quella dei colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e 34 anni (5,2 contro 2,9).

Una diminuzione solo fittizia

"Se dal confronto con l’anno scorso possiamo considerare positivamente la diminuzione del 25% degli infortuni denunciati, dobbiamo però ricordare che nel 2022 ed in particolare nei primi mesi dell’anno, erano ancora molti gli infortuni denunciati connessi al Covid", viene fatto notare dall'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro. "Questo fa pensare che la flessione rilevata in questi primi 3 mesi sia dovuta alla scomparsa del fenomeno coronavirus dalle statistiche sugli infortuni, non a una riduzione degli infortuni direttamente connessi alle attività lavorative”.

Quindi, neppure a chiusura del primo trimestre 2023 ci sono buone speranze per un’inversione di tendenza, stando alle parole di Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre. "Le ultime proiezioni elaborate dal proprio team di esperti sono ancora inesorabilmente drammatiche. Specie per le nuove generazioni di lavoratori", sottolinea Rossato.

Mortalità più elevata tra gli over 60

L’incidenza di mortalità minima viene rilevata invece tra i 25 e i 34 anni, (pari a 2,9 infortuni per milione di occupati), mentre la più elevata nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (18,9) con la fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (12,7).

Intanto gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 23 su 148. Con un rischio di morte sul lavoro superiore rispetto agli italiani. Gli stranieri infatti registrano 9,7 morti ogni milione di occupati, contro 6,0 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.

Solo la Lombardia peggio del Piemonte

Per quanto riguarda i morti, tocca ancora una volta alla Lombardia la maglia nera per il numero di vittime in occasione di lavoro (29). Seguono: Piemonte (16), Veneto (15), Lazio (13), Emilia Romagna (11), Campania (10), Sicilia (9), Toscana (8), Puglia (7), Marche e Umbria (6), Abruzzo (5), Sardegna, Liguria e Friuli Venezia Giulia (3), Trentino Alto Adige (2), Valle d’Aosta e Calabria (1).

Nel primo trimestre del 2023 è il settore Trasporti e Magazzinaggio a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 30. Ed è seguito dalle Costruzioni e dalle Attività Manifatturiere (14). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (61 su un totale di 148).

Tra le province, invece, Torino si colloca al 35esimo posto in una graduatoria guidata da Verbania, con Cremona e Teramo a completare il podio di questa non certo entusiasmante classifica.

I dati su donne e stranieri

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a marzo 2023 sono 15; mentre in 7 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 23, mentre sono 10 quelli che sono deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Files:
 Incidenze-Morti-Lavoro-Province-Osservatorio-Sicurezza-Lavoro-Vega-Engineering-31-03-2023 (231 kB)

Massimo De Marzi

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