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Attualità | 09 agosto 2025, 08:44

Piano per la qualità dell'aria: "In assenza di modifiche a rischio il settore agricolo"

L'allarme di Confagricoltura: "Occorre rivedere le norme introducendo reali elementi di semplificazione degli interventi strutturali"

Piano per la qualità dell'aria: "In assenza di modifiche  a rischio il settore agricolo"

In Piemonte tra pochi mesi entreranno pienamente in vigore alcuni adempimenti inseriti nel Piano Regionale per la Qualità dell’Aria (Prqa) che comporteranno enormi difficoltà applicative, sia di ordine tecnico, sia gestionale per le aziende agricole, oltre ad essere in moltissimi casi insostenibili economicamente.

Si tratta, in particolare, della copertura degli stoccaggi per i reflui zootecnici e della Comunicazione preventiva di spandimento. All’inizio del 2025, viste le complicazioni costruttive e i costi elevati delle coperture fisse, era stato avviato da parte della Regione uno studio, affidato all’Università di Torino, per valutare l’impiego di tecniche alternative per il contenimento delle emissioni dai cumuli di letami. Il progetto, pur avendo già fornito alcune interessanti indicazioni, necessita però di tempi relativamente lunghi (almeno un intero anno) per dare risultati significativi. Una tempistica sicuramente incompatibile con quella dettata dal Prqa, specialmente se si considera la successiva fase di applicazione pratica nelle aziende. Anche la Comunicazione di spandimento dei reflui zootecnici, nella sua forma attuale, risulta tanto complessa da gestire sia per l’Ente pubblico, sia per le aziende agricole, che la sua entrata in vigore è stata già più volte posticipata in attesa di modifiche che, però, ad oggi non sono ancora state elaborate.

Siamo in una situazione di incertezza insostenibile – afferma Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte -, le aziende esitano a mettere mano ad interventi strutturali dai costi elevatissimi, e in molti casi impossibili da sostenere, in attesa di quelle evoluzioni della normativa più volte sollecitate e mai introdotte”.

“Ora però il tempo a nostra disposizione si sta esaurendo rapidamente - prosegue Sebastiano Villosio, allevatore della provincia di Torino - anzi, per gli interventi più complessi come le coperture dei cumuli di letame, le tempistiche necessarie per le autorizzazioni e per la costruzione vanno già oltre le scadenze attualmente imposte dal Prqa. Senza contare che gli agricoltori inadempienti rischiano di perdere i premi del primo pilastro della Pac per violazione della condizionalità. Occorre quindi avviare con urgenza una revisione delle norme per introdurre reali elementi di semplificazione degli interventi strutturali e di apertura a tecniche innovative di trattamento dei reflui, rivedendo nel contempo tutte le scadenze di applicazione degli adempimenti e le modalità di gestione della Comunicazione preventiva, anche per consentire alle aziende di utilizzare gli strumenti di sostegno e accompagnamento presenti nel Complemento di Sviluppo Rurale, così come prevede il PRQA stesso”.

Confagricoltura sottolinea che il settore agricolo, pur essendo classificato tra quelli che contribuiscono solo in maniera secondaria alle emissioni globali del Piemonte, con il Piano Stralcio dedicato è stato tra i primi a dare un tangibile contributo al miglioramento della qualità dell’aria.

Nel quadro globale di riduzione emissiva della nostra regione – conclude Allasia - occorre però bilanciare attentamente l’efficacia degli interventi con la loro sostenibilità economica, per non correre il rischio di danneggiare irreparabilmente uno dei settori produttivi trainanti del Piemonte anche se ciò dovesse andare a vantaggio di altri comparti. Infatti, nello scenario politico ed economico attuale, caratterizzato da forti elementi di instabilità, quali i dazi commerciali e i conflitti internazionali, la salvaguardia delle produzioni agricole e zootecniche locali non è solo più un fattore economico, ma anche strategico per l’intera nazione: occorre quindi mettere in atto tutte le azioni possibili per tutelarle e garantirne la continuità”.

Una tale impostazione è condivisa dal Consiglio regionale stesso, tanto che è in attesa di essere discussa una deliberazione che modificherebbe il Prqa introducendo sostanzialmente le linee di applicazione sopra descritte.

In sintesi, gli agricoltori stanno manifestando una preoccupazione e un disagio sempre crescenti per questa condizione di incertezza e potenziale danno alle loro attività; è quindi necessario dare subito un segnale concreto che indichi la volontà di riesaminare la materia in un’ottica di realismo e applicabilità, onde evitare l’inasprirsi della situazione e l’innescarsi di dinamiche difficili da gestire.

Comunicato stampa

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