Il rito della tazzina di caffè rischia di diventare un piccolo lusso anche nel Torinese. Secondo l’ultimo report di Unimpresa, entro la fine del 2025 il prezzo medio dell’espresso al bar potrebbe toccare quota 2 euro, con un incremento superiore al 50% rispetto al 2020.
Un dato che si riflette anche nei bar del capoluogo e provincia, dove il prezzo medio si aggira oggi attorno a 1,30-1,40 euro. Un balzo del 40% in cinque anni, che rispecchia le difficoltà globali della filiera: cambiamenti climatici, raccolti ridotti in Brasile e Vietnam, aumenti energetici e logistici, inflazione e nuove normative europee sulla sostenibilità.
“Il caffè pesa per meno dell’1% sulle spese annuali delle famiglie – spiega Mariagrazia Lupo Albore, direttrice generale di Unimpresa – ma ha un valore simbolico enorme. Per le aziende la sfida è difendere i margini, sempre più compressi, puntando su prodotti premium e monoporzionati, dove la redditività può arrivare al 60%”.
L’Arabica, nel solo 2025, ha sfiorato i 360 dollari per libbra, con un rialzo annuo del 40%. Intanto in Italia il consumo resta stabile: 327 milioni di chili di caffè verde all’anno per un giro d’affari da 5,2 miliardi di euro, che potrebbe superare i 6 miliardi entro il 2030.
Nel Torinese – così come nel Nord Italia, dove il prezzo medio si è già avvicinato a 1,43 euro – i consumatori continuano a stringere i denti. Perché la tazzina al bar non è solo un’abitudine, ma un momento di socialità e identità culturale.