Le associazioni Alzheimer Piemonte, Amici Parkinsoniani Piemonte e Fondazione promozione sociale si mobilitano contro le delibere della Regione che "negano la continuità delle cure ai malati non autosufficienti" e presentano ricorso al Tar del Piemonte. La giunta Cirio, con le delibere 1 e 10/2022, ha limitato a 60 giorni la durata massima del percorso di continuità post acuzie in carico alle Asl presso le Rsa.
Solo i primi 30 giorni in carico al 100%
Tradotto i primi trenta giorni sono coperti economicamente al 100% dal Servizio Sanitario nazionale, mentre la seconda metà per il 50% è in carico al paziente o alla sua famiglia. E dopo? Un'unità di valutazione geriatrica prende in esame l'Isee del malato e del suo nucleo familiare per autorizzare/negare, passati i due mesi, il ricovero in convenzione. Cioè con la metà pagata dall'Asl.
Non bastano i soldi
Le due delibere fissano poi a 265 milioni il tetto di spesa per pagare le convenzioni Rsa. Un budget che copre quote sanitarie per meno della metà dei quasi 30mila posti attivi in Regione: oltre 15 mila malati non autosufficienti sono destinati a rimanere senza intervento del Servizio sanitario, costretti a pagare 30-40 mila euro all'anno per il ricovero.
I commenti
Paletti che vengono entrambi contestati dalle associazioni. "È inaccettabile - sottolinea Giuliano Maggiora, presidente dell'associazione Alzheimer Piemonte - una "sanità a tempo" per persone che sono colpite da malattie degenerative". A rincarare la dose la presidente della Fondazione promozione sociale Maria Grazia Breda, che accusa la Regione "di discriminare i malati non autosufficienti".
L'invito
L'invito delle tre realtà alle famiglie è di "resistere" e nei 60 giorni di valutazione geriatrica presentare una lettera di opposizione alle dimissioni e di presa in carico in continuità terapeutica. Così facendo non deve essere pagata la quota sanitaria (50%), che dovrà essere saldata dall'Asl. Un'escamotage temporaneo, con la speranza che vengano ritirate le delibere.