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Politica | 03 agosto 2023, 16:00

Lavoro, per il Piemonte un disegno di legge “da 500 milioni” che rivoluzionerà il settore: le novità [VIDEO]

L’assessore Chiorino presenta il Ddl che dovrebbe andare in aula quest’autunno: "Formazione e Academy, mettiamo nero su bianco il lavoro di questi anni"

L'assessore al Lavoro, Elena Chiorino

L'assessore al Lavoro, Elena Chiorino

Un “disegno di legge” dal valore di 500 milioni di euro, per rivoluzionare il mondo del lavoro in Piemonte. Dopo la discussione in commissione, dovrebbe andare in aula entro questo autunno il Ddl con cui l’assessore al Lavoro della Regione Piemonte Elena Chiorino intende mettere nero su bianco quanto fatto in questi quattro anni tra formazione, Academy e approccio integrato nelle politiche attive del lavoro.

- Assessore ci spiega quali sono gli aspetti più importanti del Ddl Lavoro e i suoi obiettivi.

Vogliamo lavorare a costruire un sistema integrato, che abbia un ancoraggio normativo. E’ il lavoro di questi 4 anni in cui ci siamo dedicati a potenziare le politiche dell’orientamento e della formazione, oltre a tutte quelle attive del lavoro. Con questo Ddl l’orientamento viene agganciato in maniera strutturale al sistema della formazione, nella convinzione che la formazione non debba essere considerata un percorso di Serie B, ma anzi sia la leva più strategica in assoluto per creare occupazione e consentire alle nostre imprese di avere la massima competitività possibile sul mercato in cui si pongono.   

- C’è un investimento da parte della Regione e se sì a  quanto ammonta? Qual è il valore di questo Ddl?

Parliamo di circa 500 milioni di euro, uno stanziamento decisamente importante. Che diventa fondamentale e strutturale nell’incrocio tra domanda e offerta, progettato man mano in base ai fabbisogni delle imprese, ai percorsi di istruzione e formazione che consentano ai bambini, ragazzi e lavoratori di sapere che frequentano corsi di formazione che effettivamente hanno sbocchi formativi. E lo sappiamo perché nascono sulla base delle esigenze delle imprese stesse.

- Va un po’ a chiudere il percorso portato avanti in questa legislatura?

Assolutamente si, si è voluto dare una visione al sistema dell’istruzione, della formazione e delle politiche del lavoro. L’impresa va supportata nella sua capacità competitiva, i lavoratori vanno accompagnati nella capacità di poter avere competenze adeguate ed essere competitivi sul mercato del lavoro. Senza dimenticare i giovani, le donne e i bambini che, crescendo, dovranno strutturarsi per avere informazioni prima e competenze poi che gli consentano di ritagliarsi le soddisfazioni lavorative. La dignità c’è dal momento che c’è la dignità nel lavoro.

- Ecco ma che momento vive il mondo del lavoro in Piemonte? Ci può fare una fotografia del contesto in cui andate a intervenire?

Oggi in Piemonte abbiamo una disoccupazione che si attesta al 6,6%. Purtroppo per le donne la percentuale è un po’ superiore, minore per gli uomini. Abbiamo un dato positivo per quanto riguarda i giovani (fascia 15-29 anni), con un dato in discesa rispetto alla disoccupazione è un incremento di 1% rispetto all’occupazione. Questo lascia ben sperare.

Per quanto riguarda l’occupazione femminile cerchiamo di intervenire lavorando con supporto all’occupazione tramite i servizi alla famiglia: una donna deve essere nelle condizioni di poter scegliere liberamente se essere solo mamma, solo lavoratrice. Se invece vuole essere entrambe non deve essere costretta a scelte differenti perché manca il supporto nei servizi alla famiglia.

- E concretamente cosa avete fatto? 

Penso al prolungamento degli orari degli asili nido: a parità di tariffa, cerchiamo di accompagnare l’occupazione femminile e i desiderata delle donne. 

- Come si incentivano le aziende a proporre contratti a tempo indeterminato, al posto di contratti brevi? 

Io penso che le aziende non abbiano bisogno di incentivi: un nuovo inserimento in azienda è sempre un costo, perché prevede formazione. E le aziende non hanno interesse a lavorare continuamente con contratti a tempo determinato. Sicuramente può servire in determinati passaggi, ma tendenzialmente questi contratti sono poi finalizzati al tempo indeterminato: vuol dire che hai formato una persona, che non è più un costo ma un valore aggiunto pieno che rientra nella capacità competitiva dell’impresa stessa. Il tema è fare in modo che le persone che arrivano in azienda siano adeguamento formate, per poter lavorare sin da subito. Su questo contiamo a migliorare la situazione con il sistema Academy di filiera. 

Andrea Parisotto

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