ROMA (ITALPRESS) - A partire dal 31 ottobre, Roma ritrova uno dei suoi luoghi più preziosi: il Museo del Genio dell'Esercito Italiano. Per la prima volta, questo complesso apre stabilmente le sue porte al grande pubblico, trasformandosi in un nuovo luogo della cultura per la Capitale.Si tratta di un'iniziativa culturale di Difesa Servizi che dal 2016, su mandato del Ministero della Difesa e delle Forze Armate, valorizza i musei militari. Il progetto è prodotto e organizzato da Arthemisia, ha come sponsor Generali Valore Cultura ed è in partnership con la Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale.Il nome Museo del Genio è stato scelto per rendere immediatamente accessibile l'identità di un luogo che è molto più di un museo.La sua denominazione completa, Istituto Storico e di Cultura dell'Arma del Genio (ISCAG) dell'Esercito Italiano, ne rivela la natura unica in Italia: un centro in cui convivono museo, biblioteca specialistica, archivio storico e fotografico, luogo di studio, ricerca e memoria.Oggi, questo patrimonio si svela finalmente alla città.Roma guadagna un nuovo spazio culturale, aperto a tutti: famiglie, studenti, studiosi, scuole, visitatori italiani e internazionali.Il progetto ha come main partner la Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale e Poema. "Per noi è una giornata davvero speciale - ha commentato Alessandra Taccone, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro - La Fondazione è stata sollecitata come partner ideale per una iniziativa che a mio avviso è eccezionale e manda un messaggio molto forte: l'esaltazione del contrasto tra la storia, maestra di vita, e l'ispirazione che dal passato possono trarre le nuove generazioni. Oggi gettiamo delle basi solide, con la consapevolezza dell'importanza che ha la storia, riappropriandoci delle nostre radici per costruire un futuro migliore. La Fondazione ha da sempre nel suo dna questa filosofia". "Celebriamo la rinascita - ha aggiunto - di uno dei luoghi per la Capitale più emblematici e significativi. Il Museo del Genio è un luogo unico nel suo genere, che testimonia come l'intelligenza umana abbia concorso negli anni a determinare il progresso della Nazione nei campi dell'ingegneria, delle comunicazioni e del volo. Al suo interno sono custoditi pezzi unici con i quali abbiamo voluto creare un dialogo attraverso ben due mostre di arte contemporanea: una dedicata alla fotografia, di Vivian Maier, e l'altra alla pop-art, di Ugo Nespolo, facendo così un confronto tra la genialità del passato e quella del presente".Il percorso museale che si apre al pubblico invita il visitatore a intraprendere un viaggio affascinante, dove ingegno, tecnica e bellezza si intrecciano nel racconto della storia del Genio. Tra modelli, strumenti e invenzioni, si scopre come l'intelligenza umana abbia saputo trasformare le sfide della costruzione, della comunicazione e del volo in occasioni di progresso. Oggetti di eccezionale valore testimoniano questo spirito visionario: l'attrezzatura radiotelegrafica originale di Guglielmo Marconi che, con la sua invenzione - la radio -, cambiò per sempre la storia della comunicazione mondiale; una piccola teca custodisce inoltre uno dei primissimi telefoni, invenzione dovuta ad Antonio Meucci, affiancato dalle sue prime evoluzioni: dai telefoni da campo alle centraline militari. Queste sale custodiscono una porzione preziosa del patrimonio museale: ambienti in cui ogni oggetto, dal più semplice al più imponente, testimonia la capacità tutta italiana di unire funzionalità e creatività, rigore scientifico e intuizione estetica.Ad inaugurare questo nuovo capitolo vi sono due esposizioni di grande richiamo: Vivian Maier. The Exhibition, dedicata alla più amata fotografa americana - scoperta solo dopo la sua morte e oggi celebrata nei più importanti musei del mondo - di cui si festeggia il centenario della nascita, e "Pop Air", un progetto nuovo e presentato per la prima volta al mondo, con cui l'artista Ugo Nespolo interpreta in chiave ironica - con enormi sculture gonfiabili - i grandi capolavori internazionali.A celebrare il Maestro Ugo Nespolo, anche il mecenate e filantropo Emmanuele Emanuele, che ha raccontato: "A Milano negli anni '60, un'epoca felice che abbiamo condiviso, Nespolo ha intessuto rapporti - grazie al sodalizio con la Galleria di Arturo Schwarz - con i maggiori esponenti internazionali del Dadaismo e del Nouveau Rèalisme, come ad esempio Duchamp e Arman. Soprattutto, realizzò il compito di essere, nonostante la giovane età di allora, il protagonista di un'inesauribile attività di interlocuzione culturale con gli esponenti delle diverse tendenze artistiche nella Milano dell'epoca: compito che ha, appunto, assolto in maniera mirabile per decenni, e in virtù del quale continua ad essere, di fatto, testimone vivo e attivo di quell'epoca indimenticabile".-foto ufficio stampa Fondazione Terzo Pilastro -(ITALPRESS).
In Breve
giovedì 30 ottobre












