Colpi di tosse, starnuti, di mal di gola. L’autunno è ormai nel vivo, come ci ricordano i manti di foglie secche, l’abbassamento delle temperature… e i primi casi di influenza.
Sulla base dei dati che arrivano dall’emisfero australe (dove il virus stagionale ha già colpito), gli esperti prevedono che saranno 5 milioni gli italiani colpiti dall’influenza: come riconoscerla? Come evitarla? Quali i soggetti più a rischio? Per scoprirlo, continuate a leggere.
Cause dell’influenza
L’influenza è il risultato dell’infezione delle vie aeree da parte di virus stagionali. Le aree e gli organi colpiti sono quindi il naso, la gola, la trachea, i bronchi e in alcuni casi i polmoni. Il virus che provoca l’influenza appartiene al genere Orthomixovirus e può rientrare nelle tipologie A, B o C.
Orthomixovirus di tipo A: provoca l’insorgenza di sintomi più gravi ed è responsabile di epidemie, e quindi di massicce diffusioni nella popolazione. Si presenta mediamente ogni due o tre anni.
Orthomixovirus di tipo B: meno diffuso, provoca la comparsa di sintomi più lievi, ma può comunque generare epidemie nella popolazione. Compare mediamente ogni tre o cinque anni.
Orthomixovirus di tipo C: la forma di influenza indotta da questo virus è lieve, simile nella sintomatologia al semplice raffreddore e necessita di semplice riposo per scomparire naturalmente.
Come tutti i virus, anche quelli appartenenti al genere Orthomixovirus possono subire delle mutazioni ed è proprio in relazione a questo comportamento che si sente spesso parlare di “nuovi ceppi d’influenza”. Tale costante modificazione fa sì che non esista la possibilità di sviluppare un’immunità permanente all’influenza in senso lato, e che il nostro sistema immunitario si troverà invece ad affrontare il virus mutato anno dopo anno.
La sua durata media oscilla dai tre ai cinque giorni, ma in casi gravi può prolungarsi ben oltre la settimana. È importante notare che l’Istituto Superiore di Sanità considera l’influenza un problema di sanità pubblica dall’impatto considerevole in termini epidemiologici, clinici ed economici.
Come si trasmette l’influenza
L’influenza è una patologia respiratoria molto contagiosa. La trasmissione del virus è incredibilmente semplice e può avvenire in tre modi principali: per contatto diretto o semi-diretto, per esempio abbracciando o baciando una persona già infettata o condividendo oggetti da lei usati (posate, bicchieri, salviette, piatti); per contatto indiretto, per esempio toccando oggetti o superfici contaminate dal virus (tale modalità di trasmissione è comune negli uffici, nelle scuole, sui mezzi pubblici o nelle palestre); per via aerea, cioè respirando aria in cui il virus è presente sotto forma di aerosol dopo essere stato emesso da un soggetto infetto, per esempio attraverso uno starnuto o un colpo di tosse.
Sintomi e raccomandazioni
I sintomi dell’influenza sono quelli classici, si può riconoscerla dalla febbre spesso molto alta, da sintomi a carattere respiratorio, come tosse, raffreddore e mal di gola, da dolori articolari e muscolari, da mal di testa e brividi.
Il corretto comportamento igienico-sanitario e la vaccinazione rappresentano gli strumenti più efficaci per proteggerci dal virus e dalle sue complicanze. Per ridurre il rischio di contrarre l’infezione di virus stagionali (influenza, Covid-19, ma anche virus respiratorio sinciziale, rinovirus e altri agenti infettivi) è importante: lavare regolarmente le mani e asciugarle correttamente; coprire naso e bocca quando si starnutisce o si tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente; starnutire nella piega del gomito ed evitare di toccarsi occhi, naso o bocca con le mani; restare a casa in caso di sintomi attribuibili a malattie respiratorie per evitare di contribuire alla propagazione del virus; evitare il contatto stretto con chi presenta sintomi influenzali (es. tosse, raffreddore, febbre); fare attenzione ai bimbi molto piccoli, evitando di portarli in luoghi affollati; preferire l’uso della mascherina quando si frequentano luoghi particolarmente affollati (es. mezzi pubblici) nel periodo di alta circolazione di questi virus; favorire il regolare ricambio d’aria negli ambienti chiusi, dove il virus ha maggiore possibilità di diffondersi; sottoporsi se necessario al vaccino antinfluenzale disponibile annualmente.
Quando vaccinarsi
Il momento dei viaggi, baci e abbracci delle feste di Natale fa sì che il periodo della riapertura delle scuole sia il momento topico dell’influenza. E per arrivare protetti a questa fase apicale, la vaccinazione si può fare dai prossimi giorni fino a metà novembre. La vaccinazione resta la misura più efficace per proteggere se stessi e i propri cari, soprattutto i più fragili. Non garantisce l’assenza totale dei sintomi, ma è dimostrato che si riduce del 70-80% l’intensità e si evitano complicanze maggiori. È importante dunque cogliere ogni occasione per vaccinarsi, anche integrando più vaccinazioni nello stesso appuntamento. Per esempio abbinando la somministrazione dell’antinfluenzale al richiamo anti-Covid aggiornato, che peraltro è indicato per le stesse categorie.
Il vaccino è raccomandato e gratuito per le categorie indicate dal Ministero della Salute: le persone ad alto rischio di complicanze, tutti i soggetti con più di 60 anni, gli ospiti delle Rsa, le persone immunocompromesse, i pazienti affetti da patologie croniche degenerative, i familiari di soggetti fragili e caregiver, i bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni, le donne in gravidanza, gli operatori sanitari e le persone addette a servizi pubblici di primario interesse collettivo, i donatori di sangue. Più in generale, il vaccino è indicato per tutte le persone che desiderano ridurre il rischio di contrarre la malattia influenzale o ridurne le complicanze.
Come prevenire
Per difendersi dall’influenza è bene mantenere alte le difese immunitarie dell’organismo. Il primo step è condurre uno stile di vita sano, con regolare esercizio fisico e caratterizzato da un’alimentazione completa ed equilibrata, scegliendo gli alimenti più ricchi di vitamina C. Via libera quindi ad agrumi, ananas, kiwi, lattuga, radicchio, spinaci, broccoli, cavoli, pomodori, peperoni e peperoncino. Consumate la verdura cruda o solo leggermente cotta, visto che la vitamina C è sensibile al calore e viene disattivata dalla cottura. Le vitamine che ci proteggono dalle infezioni e che hanno proprietà anche antivirali sono: la vitamina A, presente soprattutto nel fegato, nel latte e nei suoi derivati e nelle uova; la vitamina E, diffusa soprattutto nei frutti oleosi (come le olive, le arachidi, il mais), nei legumi, nelle noci e nelle verdure a foglia verde; la vitamina D, presente in uova, funghi, pesci grassi come il salmone, latte e latticini. In molti alimenti di origine vegetale sono contenuti invece i carotenoidi, precursori della vitamina A, frutta e verdura di colore rosso, giallo e arancione (albicocche, carote, frutti di bosco, pomodori). Ultimo ma non ultimo, l’olio di oliva extra vergine, ricco di polifenoli e di sostanze naturali preziose per la nostra salute, come gli acidi fenolici, l’oleuropeina, il tirosolo, un fenolo con veri e propri effetti antinfiammatori. In caso di particolari stati carenziali, il medico curante potrà suggerire l’impiego di integratori specifici.
Come si cura l’influenza
Evitare l’impiego di antibiotici a meno che non sia stato strettamente indicato dal medico curante. Per ridurre i fastidi generati da febbre, mal di testa e dolori ossei e muscolari sono di norma sufficienti farmaci antipiretici ed eventualmente antinfiammatori. Bevande e alimenti caldi aiuteranno a contrastare la congestione nasale. Mantenersi idratati, bevendo molta acqua, è fondamentale per reintegrare i liquidi dell’organismo e i sali minerali persi. Il riposo è uno dei rimedi più efficaci per combattere l’influenza: permettere all’organismo di rilassarsi, evitandogli ulteriori stress, aiuterà ad affrontare il virus nel migliore dei modi. Rimanere a letto è quindi la strategia da mettere in atto in caso di spossatezza.












